Il gomito del tennista o epicondilite laterale (EL), e’ una delle malattie del gomito piu’ comuni viste da un chirurgo ortopedico. E’  in realtà una tendinite – infiammazione –  del muscolo chiamato  estensore radiale breve del carpo che si fissa all’ epicondilo laterale dell’ omero prossimalmente mentre distalmente si ancora alla base del terzo osso metacarpale . Può essere causata da un trauma improvviso oppure mediante l’uso ripetuto del braccio (cosi come avviene nel tennista).

Molti medici ritengono che le micro rotture nel tendine conducono ad un fenomeno iper-vascolare con conseguente dolore. Il dolore e’  solitamente piu’  assoluto con il gomito in una posizione estesa mentre la mano agisce con una  presa forte.  Altri sintomi sono rappresentati dalla forza della mano indebolitaestensione del dito medio molto dolorosa soprattutto se contro resistenza. E’ molto frequente nel tennista,  ma questo problema puo accadere nel golf ed in altri sport cosi come con uso ripetuto degli strumenti di lavoro.

 Il  TRATTAMENTO CONSERVATIVO e’ indicato come primo atto terapeutico  e va fatta una prova per almeno sei mesi. Tale trattamento  consiste in un sostegno dell’ avambraccio anteriore (fascetta per epicondilite)  e  nella   corretta  modifica   delle  attività  del  gomito.  Nella mia esperienza,  non  ho  trovato di alcuna  utilità  farmaci antinfiammatori o  terapia fisica.  Se il suddetto trattamento non riesce a risolvere il problema, un’ iniezione di cortisone può essere vantaggiosa a curare la EL,  ma non più di tre iniezioni sono suggerite  durante un anno. Il trattamento conservativo consiste  in due fasi:

  • fase I è la fase del  sollievo del dolore
  • fase II  prevenzione della ricadute. E’ ugualmente importante e consiste in FKT equilibrata di recupero del tono muscolare, in modo tale che le micro rotture non accadranno piu’ in avvenire.

 Il TRATTAMENTO CHIRURGICO è indicato quando il trattamento conservativo e’ venuto a mancare. Molte procedure sono state descritte.  La procedura chirurgica più comune oggi, e’ un’ asportazione semplice del tessuto tendineo malato, radendo giù sull’ osso ed il re-attachment del tendine. Ciò può essere effettuato con l’anestesia regionale (dove solo il bracccio viene addormentato) ed in regime di DAY SURGERY – attraverso un’ incisione relativamente piccola di circa 3cm di lunghezza. In alternativa al “bisturi” esistono oggi anche trattamenti effettuati con “radiofrequenza”. Con questa tecnica, circal’85-90% dei pazienti possono – in genere – effettuare le attività complete di lavoro e/o sport, senza dolore dopo un recupero di due/ tre mesi.  Solo Il 10-13% risente, purtroppo, del dolore soltanto durante le attività meccaniche del braccio molto aggressive mentre il  2-3% dei pazienti può non avere nessun miglioramento.

 Dr. Luigi Grosso

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