Per lo più si riscontrano come fratture isolate ma possono arrivare fino al 90% associate ad altre lesioni del gomito.

ANATOMIA

L’anatomia dell’articolazione del gomito è unica nel suo genere poiché unisce insieme due articolazioni:

• la omero/ulnare • la omero/radiale .

CAUSE

Rappresenta il 2-6% di tutte le fratture. Nell’86% dei casi la frattura colpisce il sesso femminile con un rapporto M:F di circa 2:1 e in una età compresa tra i 20 e i 60 anni.

CLASSIFICAZIONE

Fu proposta nel 1959 da Mason ln un suo articolo pubblicato su Br. J. Surg (Fig. 5 ). Tale classificazione suddivide le fratture del capitello in tre tipi. Successivamente fu modificata da Johnston nel 1962 e ancora ulteriormente modificata da Broberg & Morrey (Fig. 6 )

SINTOMI

Sono tipici di tutte le fratture: • dolore sulla parte esterna del gomito cui si associa gonfiore, • difficoltà a piegare o raddrizzare il gomito. • Altro sintomo peculiare è l’incapacità o difficoltà nel movimento di prono-supinazione dell’avambraccio.

La tumefazione in corrispondenza della superfice laterale del gomito assume caratteri piuttosto consistenti a seconda del versamento articolare.

DIAGNOSI CLINICA

La diagnosi di una frattura del capitello radiale non può prescindere da una buona valutazione clinica che comprende l’ispezione del gomito e l’identificazione di una tumefazione in corrispondenza della regione laterale e/o la presenza di ematoma. La palpazione evoca dolore nella regione anatomica omero/radiale. L’indagine clinica deve sempre valutare la stabilità del gomito riconoscendo anche le minime compromissioni.

DIAGNOSI STRUMENTALE

Tra gli esami strumentali è di assoluta importanza la RX sia in AP (antero-posteriore) che LL (laterale); altre proiezioni possono essere utili come la Laterale Obliqua, la AP in pronazione, la proiezione omero-radiale di Greenspam (LL con tubo inclinato di 45°). Se necessario, si può utilizzare la radiografia comparativa del gomito indenne per ulteriori chiarimenti. La TC (tomografia computerizzata) nelle sezioni assali, sagittali e coronali può essere moto utile sia per una reale stima delle dimensioni della frattura sia per stabilire l’entità della scomposizione sia per una valutazione di patologie associate.

TERAPIA

Una corretta indicazione terapeutica si basa fondamentalmente sul tipo di frattura secondo la classificazione di Mason modificata.

  • TRATTAMENTO DEL TIPO I – FRATTURE COMPOSTE Il trattamento conservativo di questo tipo di fratture consente di ottenere, in genere, sempre buon risultato. Di solito sono composte o con minima scomposizione e non necessitano di particolari manovre di riduzione.
  • TRATTAMENTO DEL TIPO II – FRATTURE SCOMPOSTE CON INDICAZIONE ALLA OSTEOSINTESI Sono oggetto di controversia e di ampie discussioni. Vi sono autori che consigliano l’intervento chirurgico altri quello conservativo a prescindere. Anche se nel paziente anziano vi sono precise indicazioni alla resezione del capitello radiale tuttavia bisogna sempre considerare che tale indicazione deve essere valutata caso per caso a seconda delle possibili evoluzioni sfavorevoli e delle richieste funzionali. Il trattamento conservativo delle fratture di TIPO II non è differente da quello descritto per le fratture di TIPO I tenendo presente che in questi casi, per una possibile maggior possibilità di scomposizione, si raccomandano 2-3 settimane di immobilizzazione.
  • TRATTAMENTO DEL TIPO III – FRATTURE SCOMPOSTE SENZA INDICAZIONE ALLA OSTESINTESI In questo tipo di frattura è presente una estesa comminuzione e scomposizione, come si può vedere. Non è difficile che si associa ad una lesione più grave con conseguente ricaduta negativa sulla prognosi. La probabilità di una lesione della capsula e/o dei legamenti collaterali può arrivare fino all’90% dei casi influenzando molto sia la scelta della tecnica chirurgica sia i risultati che da questa scaturiscono. Pazienti con questo tipo di frattura l’indicazione chirurgica principale è la resezione precoce della testa (Fig. ) mentre viene sconsigliata la resezione differita nel tempo. Altresì sono sconsigliate le rimozioni dei frammenti più scomposti. Solo in casi eccezionali è indicata la sostituzione protesica soprattutto quando è presente instabilità di gomito e/o la rottura della membrana interossea.