Premessa

La lesione del tendine di Achille rappresenta un evento drammatico poiché nega all’uomo di mantenere la stazione eretta e la deambulazione. Ambrosie Parè nel 1633 descrisse per la prima volta questo tipo di lacerazione e da allora l’interesse per questa patologia si è incrementato.

            Tale interesse va compreso visto l’aumento sempre maggiore di lesioni del tendine di Achille sia relativo  all’aumento delle pratiche sportive – data la vasta diffusione dello sport –  sia assoluto per l’aumento percentuale nell’attività sportiva a livello agonistico..

            Nasce – quindi – la necessità di una scelta di trattamento che garantisca al paziente un recupero rapido alla normale vita relazione e sportiva ma allo stesso tempo ristabilisca l’integrità anatomo funzionale della struttura tendinea.          

Come si rompe il tendine?

La rottura sottocutanea del tendine di Achille si verifica – il più delle volte – in uno spazio tendineo compreso tra i 2 e 6 cm prossimalmente all’inserzione sul calcagno.

L’età maggiormente colpita – per i motivi esposti prima – è compresa tra i 35 ed i 55 anni. I fattori traumatici, rappresentano la causa principale della lesione in soggetti sani ma esistono fattori predisponenti in soggetti affetti da  Sifilide, TBC,  Gonorrea, Gotta, Diabete, Arteriosclerosi, Obesità.

Inoltre, vi sono condizioni predisponenti locali come Tendiniti, Tendinosi, Peritendiniti.

            La rottura traumatica del tendine di Achille può essere dovuta a trauma diretti e indiretti. I primi legati ad un urto o colpo con un oggetto più o meno appuntito quando il tendine è in tensione mentre gli indiretti – più frequenti nelle lesioni sottocutanee – sono dovuti a forze meccaniche eccessive da sovratensione del tendine.

Qual è la sintomatologia e quali sono le indagini per fare la diagnosi?

Durante il riscontro  anamnestico, facilmente il paziente riferisce dolore intenso ed improvviso a seguito di un gesto atletico o semplicemente dopo uno sforzo meccanico eccessivo.

Egli avverte una sensazione di schiocco di frusta quindi subentra il dolore intenso e l’impotenza funzionale.

Una diagnosi corretta si può stabilire mediante l’esame clinico – sempre molto importante ed essenziale – che mette in evidenza un gap in corrispondenza dell’area dove è avvenuta la lesione; l’esame ecografico consente un buon giudizio diagnostico; infine la RMN  che purtroppo ha costi elevati.

           Un particolare cenno merita un test clini (il test di Thomson-Doherty) poiché ha un valore diagnostico quasi del 100%. Si esegue mettendo il paziente in posizione prona sul lettino quindi il polpaccio viene stretto dalle mani facendo flettere plantarmente il piede. Il test è positivo per lesione quando non viene stimolata la dorsiflessione plantare.

Come si può curare?

       Il trattamento della lesione del tendine di Achille  è quasi sempre chirurgico poiché ogni possibilità di cura alternativa non garantisce buoni risultati.

In passato la terapia chirurgica rappresentava un vero guaio per chi doveva sottoporsi all’intervento perché oltre al danno estetico cutaneo, la ripresa funzionale era piuttosto lunga e difficile.

Oggi, invece, la frontiera della moderna chirurgia ha messo a punto un tipo di intervento che consente di eseguirlo in ANESTESIA CUTANEA soltanto con due piccole ferite sulla pelle di circa 5millimetri. Il paziente riprende la sua normale attività dopo circa 3 settimane senza nessun ulteriore problema sia sul piano estetico che sul piano funzionale ritornando tranquillamente alle sue attività lavorative e non.

Cosa si deve fare dopo l’intervento chirurgico?

  • Bendaggio    
  • Divieto di carico per 15 gg
  • Dopo 15gg à rinnovo bendaggio e carico parziale con bastoni canadesi
  • Dopo 30gg à ecografia, rimozione dell’impianto, carico con bastoni e FKT
  • Dopo 40 gg à carico libero e FKT
  • Eventuale controllo clinico ed ecografico a 60 gg

In conclusione i vantaggi di questo tipo di intervento sono rappresentati dalla semplicità dell’esecuzione, dalla sua affidabilità nonché efficacia e non ultimo la possibilità di un rapido ritorno all’attività lavorativa

BIBLIOGRAFIA

  1. N. Pace, A. Pelati: Rottura sottocutanea del tendine di Achille – Monografia SVAS Italia
    1. Renè Cetti et alt.: Operative versus non operative treatement of Achilles tendon rupture – The American Juornale of Sports and Medicine – 21 (6) – 1993
    1. G. Cattani, E. Pitto, E. Serra: Osservazioni sulla microcircolazione del tendine  – Min. Ort. 15:427, 1964
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